Ginosa - Marina di Ginosa

Ginosa - Marina di Ginosa

LA DEMOCRAZIA CRISTIANA E' TORNATA!!

mercoledì 4 maggio 2011

Respinti i ricorsi del partito di Casini. In primo piano giovani, lavoro e famiglia. Agricoltura, turismo e piccole e medie aziende per uno sviluppo concreto e sostenibile.

Servizio esclusivo di NICOLA DI MONACO

Laboratorio politico in Puglia per la Democrazia cristiana di Giuseppe Pizza, attivamente impegnato in questi giorni in numerose regioni d’Italia per le amministrative di maggio.
In Puglia, infatti, la magistratura ha respinto dovunque la pretesa dell’UDC di Casini di utilizzare in maniera surrettizia ed esclusiva, in barba al disposto della sentenza di appello, passata in giudicato, il simbolo dello scudo crociato.
A Ginosa e a S.Giorgio Ionico, in provincia di Taranto; a Bisceglie, nella provincia di BarlettaTrani; a S. Giovanni Rotondo, a Ortanova, a Vieste, a San Nicandro e a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia: gli elettori potranno, nelle prossime amministrative, votare il simbolo integro della Democrazia Cristiana, scudo crociato storico compreso. 
Ne parliamo con il Sen. Franco Casillo, responsabile regionale della democrazia cristiana, all’attivo una autorevole presenza al Senato nella Commisssione Difesa, segretario poi della Commissione Antimafia mista Camera-Senato. 
“Sono soddisfatto per il buon lavoro fatto dai dirigenti del partito, in vista delle votazioni di maggio. In un mare di difficoltà e in presenza di  una corsa ad ostacoli, si sono fatti valere per capacità, senso politico e spirito di servizio, caratteristiche piuttosto rare nei partiti di oggi”. 
Quanto alle polemiche con l’UDC, ricordato che Casini fu il primo a tagliare la corda quando il partito di Martinazzoli entrò in crisi fondando la  “vela” con Mastella, il Sen. Casillo si limita a ricordare che il giudice chiamato a decidere il ricorso dell’Unione di Centro non ha avuto esitazione e ha respinto il ricorso con  un secco “Lasciamo perdere”, dando  via vibera alla lista della Democrazia Cristiana.
“Al centro delle nostre proposte – afferma il Sen. Casillo – ci sono i problemi dei giovani che vanno via e che difficilmente ritornano, tenuto conto delle difficoltà a trovare lavoro. Vanno valorizzati i settori dell’agricoltura, del turismo e delle piccole e medie imprese. E’ in quest’ambito che è possibile rilanciare attività produttive e lavoro.”
“Le famiglie – aggiunge ancora Franco Casillo – sono in affanno e difficilmente tornano i conti alla fine del mese”.
Sulle alleanze il Sen. Casillo ribadisce la posizione nazionale del partito: alleanza con il Polo delle Libertà, ma con una propria identità; collaborazione corretta  e leale sui programmi, senza rinunciare tuttavia ai valori e ai temi storicamente propri della Democrazia Cristiana di De Gasperi e di Moro.

sabato 9 aprile 2011

Comunali Ginosa 2011

logo dc

DEMOCRAZIA CRISTIANA GINOSA E MARINA DI GINOSA

Per il prossimo rinnovo del Consiglio Comunale di Ginosa la Democrazia Cristiana ha deciso di partecipare alla competizione elettorale sostenendo il candidato Sindaco Vito De Palma. Dopo diversi anni di assenza dalla scena politica la DC si propone all’elettorato con i valori morali e cristiani che dalla sua origine ne hanno caratterizzato la specificità. Nessun professionista della politica all’interno della lista, ma solo persone che per convinzione intendono la politica come servizio. Un programma semplice ma concreto che ha il Cittadino al centro dell’interesse della Municipalità con l’obbiettivo di snellire e rendere più efficiente la macchina amministrativa e con una particolare attenzione alle esigenze della famiglia e dei propri cittadini.

Il Commissario cittadino: Sorrenti Florinda

lunedì 4 aprile 2011

A TUTTI GLI UOMINI LIBERI E FORTI


A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le enrgie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della "Società delle Nazioni".

E come non è giusto compromettere i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, così è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società.

Perciò sosteniamo il programma politico-morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola angusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse: perciò domandiamo che la Società delle Nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l'avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e i mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffatrici dei forti.

Al migliore avvenire della nostra Italia - sicura nei suoi confini e nei mari che la circondano - che per virtù dei suoi figli, nei sacrifici della guerra ha con la vittoria compiuta la sua unità e rinsaldta la coscienza nazionale, dedichiamo ogni nostra attività con fervore d'entusiasmi e con fermezza di illuminati propositi.

Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali - la famiglia, le classi, i Comuni - che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private. E perché lo Stato sia la più sincera espressione del volere popolare, domandiamo la riforma dell'Istituto Parlamentare sulla base della rappresentanza proporzionale, non escluso il voto delle donne, e il Senato elettivo, come rappresentanza direttiva degli organismi nazionali, accademici, amministrativi e sindacali: vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali.

Ma sarebbero queste vane riforme senza il contenuto se non reclamassimo, come anima della nuova Società, il vero senso di libertà, rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie: libertà religiosa, non solo agl'individui ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche.

Questo ideale di libertà non tende a disorganizzare lo Stato ma è essenzialmente organico nel rinnovamento delle energie e delle attività, che debbono trovare al centro la coordinazione, la valorizzazione, la difesa e lo sviluppo progressivo. Energie, che debbono comporsi a nuclei vitali che potranno fermare o modificare le correnti disgregatrici, le agitazioni promosse in nome di una sistematica lotta di classe e della rivoluzione anarchica e attingere dall'anima popolare gli elementi di conservazione e di progresso, dando valore all'autorità come forza ed esponente insieme della sovranità popolare e della collaborazione sociale.

Le necessarie e urgenti rifrome nel campo della previdenza e della assistenza sociale, nella legislazione del lavoro, nella formazione e tutela della piccola proprietà devono tendere alla elevazione delle classi lavoratrici, mentre l'incremento delle forze economiche del Paese, l'aumento della produzione, la salda ed equa sistemazione dei regimi doganali, la riforma tributaria, lo sviluppo della marina mercantile, la soluzione del problema del Mezzogiorno, la colonizzazione interna del latifondo, la riorganizzazione scolastica e la lotta contro l'analfabetismo varranno a far superare la crisi del dopo-guerra e a tesoreggiare i frutti legittimi e auspicati della vittoria.

Ci presentiamo nella vita politica con la nostra bandiera morale e sociale, inspirandoci ai saldi principii del Cristianesimo che consacrò la grande missione civilizzatrice dell'Italia; missione che anche oggi, nel nuovo assetto dei popoli, deve rifulgere di fronte ai tentativi di nuovi imperialismi di fronte a sconvolgimenti anarchici di grandi Imperi caduti, di fronte a democrazie socialiste che tentano la materializzazione di ogni identità, di fronte a vecchi liberalismi settari, che nella forza dell'organismo statale centralizzato resistono alle nuove correnti affrancatrici.

A tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti, a quanti nell'amore alla patria sanno congiungere il giusto senso dei diritti e degl'interessi nazionali con un sano internazionalismo, a quanti apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo, a nome del Partito Popolare Italiano facciamo appello e domandiamo l'adesione al nostro Programma.

Roma, lì 18 gennaio 1919